Quale linguaggio?

La giusta misura nel parlare è  quella che meglio risponde alla necessità  del momento. Il parlare è costitutivo della natura umana, il parlar chiaro, o meglio ancora bene, è frutto di un apprendimento che dura tutta la vita.
Ad un certo punto le parole si fanno avanti, verso la punta della lingua, con l’ardore e la chiarezza istintiva che le sospinge. E ti chiedi, è questa quella giusta? Posso ricacciarla indietro impunemente? Trattenerla nel chiostro della bocca?  O lasciarla partir fuori dei denti, come cantus firmus, che non tace?
Che posso dire riguardo agli sforzi che si possono fare per goder dell’eloquenza? Masticatela quella parola, fino ad assaporarne gli umori, i sapori, il senso che contiene. È  sagace, mieloso,  acida, amara come il fiele, troppo piccante? Allora tacete.
Distinguete se è  per il bene o meno, se a risentirla in piazza ve ne verrebbe angustia o vergogna, se passato il primo ascolto ne resta un segno, o più  di uno solo su cui meditare.
A quel punto converrete che non vi tradirà se Ella non mente e non affermi a vuoto. Nutriamoci dunque delle parole come fossero radici che affondano nel mistero della vita e che da esso fioriscono, e in esso ricadono.
Ogni  pensiero, vanitoso o meno, è libero di affiorare dal profondo, ma prima che lo coltiviate e che diffonda, ascoltatevi. Cosa vi lascia  quel logos che da voi si diparte?

Reghel

Reghel in ebraico significa piede, ma anche festa, abitudine. Da reghel vengono anche le regole. Avere buone regole di vita fa stare saldi sui propri piedi, come un re. I piedi hanno la funzione di “reggere” il corpo, di scaricare il peso, di contattare la terra, di ascoltarla (come fa l’orecchio con l’aria – la forma è simile), percepirne la dimensione sacra, danzare, tenere il ritmo. E allo stesso tempo esplorare lo spazio, coltivare il campo, costruire la casa. Essere nel regno è respirarne il profumo. La meraviglia della creazione vi affiora in molteplici forme, manifestando il suo potere curativo, come semplice paesaggio, come orizzonte, come inesauribile farmacia naturale. Un ambiente salubre e provvisto di bellezza è il primo requisito per la salute del corpo e dello spirito. La terra nutre e sostiene ogni pianta, accoglie e trasforma ogni cosa caduca.
Nella definizione di sistema vivente, l’elemento terra/natura/regno è lo spazio che interagisce con la forma viva, l’accoglie, la permea e la mantiene, nel tempo dato. E’ terrestre la natura dell’uomo “Adamah” terra umile e rossa di sangue. Tenere i piedi per terra è assai più che un buon consiglio. Con la loro forma germinale i piedi evocano l’origine dello sviluppo. Mettersi in piedi dà inizio al cammino.

Consistenza Dal latino con sistere stare fermo…

Consistenza.
Dal latino “con-sistere” stare fermo, stabile.
In un mondo impermanente cosa è realmente stabile, consistente?
Non le fortune, non la vita o le cose.
Secondo il principio di auto-consistenza di Novikov è il passato ad essere immutabile. Il futuro invece, nell’ambito del cono di luce proiettato dal passato, rimane possibilmente molteplice. E’ qui ed ora che ce lo giochiamo, scegliendo tra più soluzioni, a partire da un particolare punto di vista. La stabilità della mente, in termini di consistenza di valori, attitudini e aspettative favorisce la proiezione di noi stessi sulla giusta rotta, solamente un punto più vicino alla fine.

Ponte La parola ponte deriva dalla radice sanscrita…

Ponte.
La parola ponte deriva dalla radice sanscrita path = andare (in persiano pathi = via, sentiero) La sua funzione è dunque quella di permettere di continuare ad andare, oltre l’ostacolo che si frappone sul cammino. Di mettere in continuità ciò che è separato. La continuità è forse la caratteristica più necessaria per la vita stessa e costituisce un elemento formante delle reti sociali. In tal senso il ben noto problema dei sette ponti di Konigsberg rende evidente come esistano delle leggi naturali proprie della topologia spaziale da rispettare per rendere possibile un’armonica, meno entropica, fruizione dell’ambiente (anche delle idee?).

Necessità o costrizione C’è differenza tra le due…

Necessità o costrizione?
C’è differenza tra le due parole.
Necessario è ciò su cui non si può cedere (ne cessis), ciò a cui non si può rinunciare, pena il non essere. Riguarda la soddisfazione dei bisogni primari, la fisiologia, l’espressione umana, il gioco, il sonno, i sentimenti.
La parola costrizione (stringe insieme)rimanda invece alla perdita della libertà, all’agire senza volontà, in asservimento, dipendenza, conformismo.
Fare ciò che è necessario fa bene, è fonte di benessere personale, sociale e spirituale.
Agire in costrizione comporta invece alienazione, sofferenza, perdita di sè.
Il male non è mai necessario, il bene lo è sempre.

Entusiasmo La parola entusiasmo deriva etimologicamente da en…

Entusiasmo.
La parola entusiasmo deriva etimologicamente da en – theos, come dire: divinamente ispirati, pieni di dio. Ogni azione volta a prendersi cura dell’altro, a condividere i talenti e a non lasciarsi ingabbiare dalle divisioni, può essere la scintilla giusta. Guardare alla realtà, con gli occhi aperti. Vedendo la sofferenza e la bellezza. Le possibilità che aspettano di fiorire. Omnia bonum.